Comunicato Stampa

Il Comitato europeo dei costruttori di macchinari agricoli lancia un appello perché sia consentita nel nostro Paese la ripresa delle attività del comparto. Senza le macchine fabbricate in Italia – maggior produttore in Europa insieme alla Germania – si paralizza l’attività di moltissime imprese agricole e si mettono a rischio gli approvvigionamenti alimentari.

 

SCENDE IN CAMPO ANCHE IL CEMA

Il blocco della produzione di macchine agricole in Italia è divenuto un problema europeo. Dopo l’appello congiunto di FederUnacoma e delle organizzazioni professionali agricole perché il Governo consenta alle industrie costruttrici di rifornire le aziende agricole che necessitano di macchinari, scende in campo il comitato dei costruttori europei CEMA.

L’organizzazione, che ha sede a Bruxelles e che riunisce le industrie della meccanica agricola di 11 Paesi, ha diffuso ieri un documento nel quale si esprime preoccupazione per le conseguenze del blocco della produzione italiana sull’agricoltura europea. Il nostro Paese è infatti, insieme alla Germania, il maggior produttore in Europa di macchinari agricoli e copre il fabbisogno di meccanizzazione di una cospicua parte del continente.

 

ITALIA CRUCIALE PER LA PRODUZIONE EUROPEA

“L’Italia è cruciale per la produzione europea – scrive il Segretario Generale del CEMA Jerome Baudry nella sua comunicazione – e impedire ancora questa attività avrebbe un effetto domino sulla catena di approvvigionamento per le macchine agricole, mettendo a repentaglio la sicurezza alimentare di oggi e domani”.

 

RESTARE APERTI PER L’AGROALIMENTARE

“Se gli agricoltori europei non avranno accesso alle attrezzature, ai servizi e ai pezzi di ricambio ordinati – ribadisce la nota del CEMA – il loro lavoro si interromperà”. L’attività delle industrie della meccanica agricola deve svolgersi naturalmente in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle norme imposte dall’emergenza – raccomanda il Comitato Europeo – ma questo comparto deve restare parte integrante della filiera agroalimentare.

 

FEDERUNACOMA

Roma – 02.04.2020

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